P. Gambini, L’animazione di strada. Accompagnare gli adolescenti nella ricerca, in “Pedagogia e Vita”, 4, 2003, 44-64.
L’animazione di strada, come metodologia che sta diffondendosi sempre più anche in contesti di normalità, può essere un valido strumento per accompagnare gli adolescenti nella realizzazione dei propri compiti evolutivi. In un contesto socioculturale contrassegnato da cambiamenti profondi e costanti occorre, infatti, sostenere gli adolescenti nella formazione della propria identità, perché non rifluiscano in un soggettivismo esasperato nel quale l’orizzonte di senso rimanga intrappolato e chiuso nei bisogni personali. Il pericolo è la costruzione di identità deboli incapaci di rapportarsi a qualsiasi tipo di alterità. Per tale motivo l’intento dell’animazione di strada è quello di avvicinare gli adolescenti, offrendo loro opportunità di confronto. La speranza è che l’incontro tra gli animatori e i gruppi rappresenti un evento perturbatore e catalizzatore in grado di suscitare un cambiamento, favorendo interscambi cognitivi, affettivi e comportamentali che aprano il gruppo a ulteriori incontri e interazioni con altre aggregazioni, con la comunità tutta e con nuovi significati. Si tratta di un servizio educativo che, evidentemente, si gioca anzitutto sulla capacità degli animatori di passare dall’incontro a una relazione educativa capace di contenere e, allo stesso tempo, di provocare gli adolescenti.